Vibo Marina e il suo porto. Il suo territorio è sede di una delle più significative aree industriali presenti nella provincia, così come importante risulta il suo porto, specializzato nella distribuzione dei petroli e del cemento, nel commercio di prodotti ittici e nel turismo (frequenti sono i collegamenti con le Isole Eolie). Già nel periodo magnogreco esisteva un porto, in località Trainiti, rafforzato poi da Agatocle, tiranno di Siracusa, all'inizio del III sec. a.C. e infine dai romani.
Tracce di questo insediamento sono tutt'oggi riscontrabili nel territorio, così come i resti di una villa romana. Vibo Marina in origine era chiamata Porto Santa Venere e una leggenda narra che il nome le fu dato da un pescatore del luogo che scoprì sulla spiaggia la statua di Santa Venere. Il suo nome venne poi modificato nell'attuale nel 1928. Il 3 luglio 2006 un'alluvione dovuta ad un eccezionale nubifragio provoca ingenti danni all'industria, al turismo ed ai privati. La maggior parte dei danni si registrano nel quartiere Pennello.
Lo straripamento del torrente Sant'Anna e i torrenti formatisi in collina hanno sommerso il paese e le località adiacenti di fanghiglia superando in alcuni punti il metro. Il 14 dicembre 2007 è stata presentata presso il Consiglio Regionale della Calabria una proposta di legge per la costituzione del comune autonomo di Porto Santa Venere, che dovrebbe comprendere le frazioni di Vibo Marina, Bivona, Portosalvo, Longobardi.